Arte, storia, tradizioni e artigianato

L'arte ravennate

Uno stile artistico peculiare a Ravenna (Emilia-Romagna)

Con la proclamazione di Ravenna capitale dell'Impero romano d'Occidente prima e capitale dell'Esarcato poi, tra il 395 al 791 d.C., la città divenne il centro della cultura in Italia, segnando il passaggio dall'arte romana a quella cristiana infarcita di elementi orientali. L'arte ravennate, pertanto, è espressione della produzione che va dalla morte di Teodosio I all'invasione dei Longobardi, caratterizzata da uno stile architettonico, scultoreo e artistico peculiare, con opere musive e decorazioni su avorio ineguagliabili.

La cd. fase placidiana

Nel periodo in cui Galla Placidia governò la città in vece del figlio minorenne Valentiniano III, a Ravenna la trasformazione iniziata con il predecessore Onorio raggiunse il suo apice. Risalgono a questo periodo, oltre al celebre Mausoleo di Galla Placidia, la chiesa romano-cristiana di San Giovanni Evangelista.

La fase teodoriciana

Durante il regno di Teodorico, re degli Ostrogoti cresciuto alla corte di Costantinopoli, l'arte ravennate trovò un nuovo impulso bizantino. Ne sono testimonianza il nuovo Battistero, Sant'Apollinare Nuovo, la Cappella Arcivescovile e il Mausoleo dedicato allo stesso reggente.

La fase giustinianea

Sotto l'imperatore Giustiniano, le maestranze si occuparono del rinnovo della chiesa di Sant'Apollinare Nuovo, epurandola delle immagini riconducibili all'arianesimo. Importanti opere del periodo sono anche l'ultimazione delle basiliche di San Vitale e Sant'Apollinare in Classe.


Nella foto: l'interno della Basilica di Sant'Apollinare in Classe di Ravenna (Emilia-Romagna).

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