Arte, storia, tradizioni e artigianato

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

La chiesa, da non confondere con quella all'interno del Parco Archeologico, custodisce le reliquie del primo vescovo di Ravenna

Anno 505, Teodorico il Grande è al potere nella città di Ravenna: è allora che venne edificata la chiesa palatina, con rito ariano. Bisogna attendere il 540 e la conquista dei bizantini con l'Imperatore Giustiniano per veder passare la chiesa al rito cattolico romano: anni di sconvolgimenti continui, dove le dottrine in campo erano molteplici. La storia della Basilica è dinamica e suggestiva proprio per i vari cambi di fronte avvenuti nei secoli, specie riguardo ai nomi: da Domini Nostri Jesu Christi con Teodorico a San Martino di Tours con Giustiniano, solo nel IX secolo prende il nome attuale di Sant'Apollinare Nuovo.

Perché questo nome?

La costa adriatica era continuamente bersagliata da attacchi che mettevano a rischio le strutture che si affacciavano sul mare. Tra le opere a rischio, la basilica di Sant'Apollinare in Classe, nella quale erano tenute le spoglie di Apollinare, santo vescovo di Ravenna. Per preservare i resti del santo, si decise di traslarle nella basilica cittadina, denominata Sant'Apollinare Nuovo proprio per distinguerla dalla precedente, presente nel Parco Archeologico.

Anch'essa patrimonio Unesco grazie ai mosaici presenti all'interno, la basilica di Sant'Apollinare Nuovo di Ravenna non è distante dalla tomba di Dante, padre della lingua italiana, autore della Divina Commedia. Costruita in stile paleocristiano, molte delle opere mosaiche realizzate sotto il regno di Teodorico furono cancellate. Vennero conservate alcune scene legate a Cristo e le vedute del Porto di Classe.


Nella foto: veduta dell'esterno e della facciata della basilica di Sant'Apollinare Nuovo di Ravenna (Emilia-Romagna).

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