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Mausoleo di Galla Placidia

Mausoleo di Ravenna (Emilia-Romagna) avvolto nel mistero, ancora non si conosce l'esatta natura dell'opera edificata nel V secolo: un mix di leggende, documenti e racconti orali hanno trasmesso informazioni contrastanti

L'unica certezza è che Galla Placidia, figlia dell'Imperatore Teodosio, volle far edificare il mausoleo che avrebbe dovuto contenere le sue spoglie, del marito e del fratello. Ma, in realtà, non si sa con certezza se tale funzione sia stata effettivamente espletata dal monumento, adiacente alla chiesa di Santa Croce di Ravenna.

Roma e Istanbul sono le città dove i documenti rinvenuti accertano la funzione di mausoleo imperiale di Galla Placidia di Ravenna, mausoleo collegato a Santa Croce, forse in origine unite da un portico. Ma, a prescindere dalle certezze, sono tanti i misteri che aleggiano attorno all'opera edificata dopo il 425.

Misteri e leggende

Uno dei più conosciuti è quello che vorrebbe la salma ospitata all'interno del mausoleo di Galla Placidia fino al 1577. Allora le spoglie della figlia dell'Imperatore, Augustae e nobilissima dell'impero romano d'Occidente e regina dei Visigoti, erano visibili attraverso una fessura. Secondo i fatti narrati oralmente, un fedele, avvicinatosi troppo con una candela alle vesti di Galla Placidia, avrebbe dato fuoco all'intero sarcofago, andando così perduto.

Un'altra leggenda non confermata, ma solo raccontata su un testo di fonti orali, afferma che Galla Placidia non sia mai stata tumulata nel mausoleo, dato che - sempre secondo la leggenda - morì a Roma nel 450, per essere seppellita nella cappella di Santa Petronilla in Vaticano, a San Pietro.

Così come numerose altre opere di Ravenna, anche Galla Placidia è un monumento tutelato dall'Unesco che, nel 1996, l'ha inserito nella lista del patrimonio italiano, per l'importanza della struttura paleocristiana.


Nella foto: veduta dell'esterno del Mausoleo di Galla Placidia di Ravenna (Emilia-Romagna).

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